Cenni Storici

Situata nell’estremo Sud della Provincia di Siena, al confine con l’Umbria e prossima a quello con il Lazio, Chiusi è la meta perfetta per tutti coloro che desiderano immergersi nella storia, ma anche riscoprire e gustare i piaceri di una terra semplice e generosa, ricca di sapori, aneddoti e tradizioni.

Le prime testimonianze di un insediamento in Chiusi risalgono alla fine del II millennio a.C., quando sulle sue colline sorgono i primi villaggi di agricoltori e pastori. Grazie al suolo molto fertile e alle vie di comunicazione naturali, sia di terra che fluviali, Chiusi-Clevsin (collocata lungo il fiume Clanis che da Chani di Arezzo scorreva a sud fino al Tevere) diventa una delle più importanti città dell’Etruria. Il vertice della sua potenza si colloca alla fine del VI secolo a.C. quando, sotto la guida del re Porsenna, assedia e controlla per un breve periodo Roma. Con l’estensione della Repubblica di Roma in Etruria, Clevsins (si legge CLEUSIN) mantiene la propria autonomia di Città etrusca che governa un vasto territorio.

Nell’89 a.C., con l’estensione ai suoi abitanti della cittadinanza romana, Chiusi entra pienamente nell’orbita politica di Roma, ma la cultura etrusca permane fino al I sec. d.C. La sua prosperità continua anche in Età Imperiale, durante la quale Chiusi-Clusium resta un rilevante punto di transito sulla via consolare Cassia e sul fiume Clanis, allora navigabile fino al Tevere. Dal III secolo d.C. la città diventa un importante centro di diffusione del cristianesimo, come testimoniano le catacombe di Santa Mustiola e Santa Caterina e la Cattedrale di S. Ireneo martire (dedicata nel XI anche a S. Secondiano martire). 

Durante il Regno dei Goti, Clusium rimane uno strategico capoluogo, come anche durante la dominazione dell’Impero Romano d’Oriente (VI sec.), quado la città diventa sede di un Tribunato bizantino. Nei secoli successivi Chiusi è sede di un florido Ducato Longobardo e, dal sec. IX, di un Gastaldato Salico, inizialmente facente capo direttamente all’Imperatore, poi al Marchese di Toscana con sede prima in Lucca e poi, con Ugo di Toscana, in Firenze presso la Badia Fiorentina. 

Con la conquista germanica del Regnum Italiae (962), l’Impero tedesco cerca di fiaccare i grandi Stati – alcuni feudali, altri allodiali – d’Italia, che ambivano alla corona imperiale, tra cui il potente Marchesato di Toscana dei Canossa. All’interno di esso, Clusium era un capoluogo che governava un territorio molto vasto, territorio che l’impero cerca di frammentare mettendo le nascenti città-stato le une contro le altre (DIVIDE ET IMPERA), dando impulso all’età comunale e al sogno di vedere l’Italia divisa in tanti piccoli micro-statati feudali, succubi dell’Impero e politicamente deboli, poiché in guerra gli uni contro gli altri. Alla decadenza politica di Clusium si somma quella derivante dal grande invaso della metà del secolo XI (dodicimila ettari sommersi dalle acque, tra cui la via Cassia e un fondovalle altamente antropizzato), causato da una mastodontica diga in terrabattuta e in muratura (a valle del Castello di Carnaiola), voluta fortemente dall’Imperatore Enrico III di Franconia e dal papa tedesco Leone IX, protagonista dello scisma con la Chiesa d’Oriente del 1054 e da cui prende il nome la località  “Monteleone d’Orvieto”. Conseguentemente a tale disastro ambientale, il più significativo dell’Europa medievale, la malaria arrivò puntuale in Val di Chiana alla fine del secolo XII. Il confine tra Marchesato di Toscana e Stati della Chiesa, pertanto, a partire dal 1111 si sposta dal Tevere verso Ovest, collocandosi lungo l’attuale confine regionale, che era un confine di stato fino al 1860, dividendo in due l’Etruria.

Il fondovalle di Chiusi è stato al centro di due Guerre delle Acque (dal 1052 al 1551 e dal 1599 al 1780), fino alle grandi bonifiche agevolate dalla Concordia tra Stato della Chiesa e Granducato di Toscana del 26 agosto 1780 (siglato in Città della Pieve presso Sant’Agostino), realizzate dalla Prefettura delle Acque e dai successivi Consorzi (prima con sede a Città della Pieve, poi in Chiusi) per la parte Romana che va in Tevere e, per la parte toscana che va in Arno, dal Genio Civile Toscano (con sede ad Arezzo), oltre che dall’estinto Consorzio tosco-umbro delle Bozze Chiusine, dalle Fattorie Granducali e da altri protagonisti dell’intensa bonifica della val di Chiana. Essa fu realizzata in parte per essiccazione, in parte per colmata e, in parte, per mezzo d’ingegnose opere idrauliche, ancora esistenti. Tra Chiusi Scalo e Po’ Bandino si trova tuttora l’Argine di Separazione del 1780 che – per scelta politica – divide il Val d’Arno dalla Val Tiberina. Nel fondovalle si trovano altresì siti storici come la Torre di Beccati Questo (chiusina) e la Torre di Beccati Quest’Altro (perugina), tardo medievali, poste lievemente a Sud del Lago di Chiusi, nonché la Fabbrica del Callone Pontificio (sec. XVIII) e il Buterone (medievale) che sono lievemente a Sud del prosciugato Lago di Città della Pieve, in zona Biffe-Cardete.